Programma

3 aprile 2009


Nella lettera di presentazione della mia candidatura ho esposto gli obbiettivi generali che secondo me sarebbe necessario raggiungere: ricostruzione del senso della comunità accademica, potenziamento dell’attività didattica, attenzione all’attività assistenziale, valorizzazione del merito. Ho poi avuto modo di incontrarmi personalmente con la maggior parte di voi e per questa esperienza, che giudico preziosissima, vorrei esprimervi tutta la mia gratitudine. Dalle mie idee e da questi colloqui nasce il programma di seguito riportato. Il fine ultimo è quello di migliorare sia la sostanza che l’immagine (nella comunità cittadina, in Italia e all’estero) della Facoltà di Medicina di Siena, attraverso il miglioramento del prodotto finito (medico e professioni sanitarie) e attraverso la riappropriazione di un ruolo attivo nelle scelte sanitarie.

Qualsiasi programma, indipendentemente dalla valenza specifica del contenuto, necessita di garanzie di applicazione. E’ accaduto a volte che a livello di programma molti candidati dichiarino un’infinità di buoni propositi, spesso inseriti in programmi molto complessi e articolati, salvo poi non vederli realizzati. La mia intenzione è invece quella di presentare un programma più semplice e chiaro possibile, sul quale sia facile chiedermi conto e per il quale io possa interpretare ogni voto che riceverò come la volontà di aiutarmi a realizzarlo. Forse la garanzia maggiore di applicazione del programma è quello di poter essere un Preside libero da qualsiasi condizionamento ma aperto al contributo di tutti.

Secondo me il prossimo Preside dovrebbe modernizzare e rendere competitiva la nostra Facoltà. La mia attività come Preside sarà pertanto quella di incentivare le competenze di tutti i membri della nostra Facoltà e mettere tutti i docenti nelle condizioni più favorevoli per garantire il raggiungimento di risultati che pongano la nostra Facoltà nelle migliori condizioni per competere con le altre sedi toscane e italiane. E’ ormai chiaro che l’allocazione di fondi, l’attribuzione di specifici compiti e la stessa sopravvivenza di molte Facoltà Mediche italiane, dipenderanno sempre di più dal raggiungimento di specifici e ben definiti obiettivi scientifici, didattici ed assistenziali.

In questo contesto, sarà quindi più che mai necessario valorizzare le singole professionalità e talenti ed organizzare le attività scientifiche, didattiche ed assistenziali in modo da produrre risultati quantificabili e spendibili. E’ normale che tra i 312 membri della nostra Facoltà siano presenti persone con interessi, competenze e talenti diversificati. Sono però profondamente convinta che per aumentare le nostre possibilità di sopravvivenza e sviluppo ci sia bisogno di tutti.

Il compito del Preside non dovrebbe essere limitato a premiare e incentivare quei singoli docenti che si distinguono rispetto ad altri colleghi della nostra Facoltà. A questo punto è giunto il momento di spostare la competizione dall’interno (tra un docente e l’altro o tra un dipartimento e l’altro) e fare squadra per affrontare la competizione della nostra Facoltà con altri Atenei a noi più o meno vicini. In questo modo gli incentivi Ministeriali, Regionali e Comunitari arriveranno alla Facoltà (e sarà ovviamente nostro compito adoperarsi perché siano scelti criteri di valutazione che ci rendano adeguato merito) e verranno distribuiti proporzionalmente a chi più ha contributo in termini di risultati per farli arrivare.

Abbiamo bisogno di incrementare l’impact factor della nostra Facoltà, abbiamo bisogno di aumentare e valorizzare le attività cliniche di eccellenza e abbiamo bisogno di garantire un’attività didattica che non sia seconda a nessun altra università italiana. Il mio compito come Preside sarà quello di istituire specifiche commissioni e dare la massima priorità alla valorizzazione delle nostre competenze nelle aree di cui sopra. Se sarò eletta, non ci sarà mai una riunione di Facoltà in cui non faremo il punto sulle attività di cui sopra e in cui non valuteremo i migliori metodi per mettere più persone possibili in grado di contribuirvi al meglio. Dobbiamo prepararci ad affrontare un futuro dove queste attività verranno misurate con metodi chiari e quantificabili e dove il successo o l’insuccesso dei nostri colleghi intaccherà direttamente gli interessi di tutta la Facoltà, e quindi anche i nostri. Per questo motivo ribadisco quanto sia indispensabile lavorare insieme. Tutti i docenti dovranno essere messi in condizione di dare il massimo del contributo possibile nella ricerca, nella didattica, e nell’assistenza. Coloro che dimostreranno il maggiore impegno e otterranno i migliori risultati verranno adeguatamente ricompensati.

In questo momento di cambiamento di “governance” universitaria e di modifica dei rapporti università-sanità è quanto mai importante il ruolo del Preside nel garantire il rispetto e la trasparenza delle regole. Le regole proposte devono essere divulgate preventivamente e poi discusse e condivise in Facoltà. Una volta condivise devono essere applicate senza eccezioni di nessun tipo. Questo è un meccanismo che metterà tutti in condizione di dare il meglio di sé, ancora una volta tenendo presente che la competizione futura non sarà tra noi ma sarà tra la nostra Facoltà e il nostro centro medico e le altre analoghe strutture italiane.

Sarà necessario utilizzare qualsiasi mezzo a disposizione per diffondere la cultura della informazione: da un rinnovato sito web di Facoltà, a brevi interventi sull’attività dei singoli durante le sedute, a libretti divulgativi con la descrizione dell’attività dei singoli docenti o altro che valorizzi il faticoso lavoro che la maggior parte dei 312 docenti fa quotidianamente. Dalla divulgazione dell’informazione su “chi fa che cosa” nasce non solo l’auspicato spirito di appartenenza a una comunità, ma anche la ricaduta pratica di aggregazione per programmi didattici, sottomissione di progetti di ricerca, idee innovative per percorsi diagnostico-assitenziali.

In questo contesto, dovrà essere incoraggiata e sistematizzata un’azione propositiva e proattiva nei confronti della AOUS, non solo per la stesura di percorsi diagnostico assistenziali, o per la stesura del Piano Attuativo Ospedaliero, ma anche sostenendo in qualsiasi modo quei processi che dimostrino nei fatti il valore aggiunto della collaborazione degli universitari con il Direttore Generale nella conduzione della cosa sanitaria. Sarà necessario mostrare un atteggiamento di apertura e collaborazione con i reparti esclusivamente ospedalieri, per fare in modo che la nostra struttura assistenziale nel suo complesso rafforzi l’attrazione regionale e nazionale e garantisca un trattamento di eccellenza alla comunità senese. Ancora una volta la competizione deve essere spostata dall’interno dell’azienda ospedaliera verso l’esterno con le altre aziende ospedaliere toscane e italiane.

Ritengo che la funzione didattica costituisca una missione primaria per l’Università e mi adopererò, a livello nazionale, affinché questo venga sempre riconosciuto e affinché si stabiliscano sistemi di quantificazione dei risultati con valutazione nazionale della preparazione degli studenti e conferimento di incentivi alle Facoltà che ottengano i punteggi maggiori sulla qualità e non solo sul numero degli studenti. Ci adopereremo anche a livello internazionale per valutare la possibilità di collaborazioni e curricula che consentano il conferimento di Lauree valide anche al di fuori dell’Unione Europea (ad es. doppio titolo Italia-USA).

Sarà istituito un ufficio stampa della presidenza presieduto da un docente selezionato con i criteri sopra descritti che garantisca e favorisca la diffusione e la valorizzazione delle attività dei docenti ma che allo stesso tempo garantisca la serietà e la congruenza scientifica delle informazioni.

Credo che il ruolo del Preside, ora più che mai, necessiti di un impegno a tempo pieno per la durata del mandato e di un forte team di governo. Il team di governo deve essere scelto in base alle competenze specifiche (didattica, assistenza, ricerca), la motivazione che induce ad accettare l’incarico e lo spirito di servizio.

Come Preside, sarò responsabile, di fronte alla Facoltà tutta, dell’operato del mio team che sceglierò secondo i principi di cui sopra e secondo un criterio che garantisca la massima rappresentatività. Sono consapevole dei miei limiti e cercherò di circondarmi di persone che possano compensarli. La mia porta sarà sempre aperta e terrò nella massima considerazione i consigli di tutti, dagli ordinari più esperti ai giovani più entusiasti e non ancora disillusi. La mia speranza è di avere una Facoltà compatta, in cui ognuno sia orgoglioso e felice per i successi dei colleghi che come lui finiscono per dedicare la maggior parte della loro vita alla nostra missione. Mi rendo conto di quanto questo sia difficile ma non per questo voglio rinunciarci. So bene di non poter sempre accontentare tutti ma farò del mio meglio per essere giusta e per non sbagliare e non prenderò mai una decisione senza fornire adeguate spiegazioni.


Spero che vorrete lavorare con me per rinnovare la nostra Facoltà.

Alessandra