28 aprile 2009

Carissimi,

ecco la mia risposta relativamente ai rilevanti argomenti sollevati da Giuseppe Battista:

1) Sulla questione degli spazi-lavoro trovo che la Presidenza dovrebbe avere un ruolo di supporto e di mediazione con la AOUS in modo che i singoli professionisti o gruppi di lavoro non vengano lasciati soli nelle legittime richieste dal cui esito si condiziona la crescita e lo sviluppo futuro. Per il riequilibrio progressivo delle risorse di personale (ospedaliero e universitario) è mia intenzione a) evitare con tutti i mezzi la perdita di eccellenti professionisti universitari come accaduto in passato; b) recuperare tutti i settori in cui questa fuga si sta verificando ma non si è ancora conclusa e; c) prepararsi in maniera adeguata al 2012 quando sarà possibile avere, per il reclutamento, risorse finanziarie la cui entità sarà direttamente proporzionale al nostro impegno nel dimostrare la qualità della didattica (risorse ministeriali), dell’assistenza e della ricerca (risorse regionali) utilizzando le modalità operative descritte sotto.

2) Il regolamento di Facoltà, che abbiamo approvato a Gennaio del 2008, prevede la formazione di tre commissioni stabili che sono la commissione per la programmazione e sviluppo, la commissione per la ricerca scientifica e la commissione sanità. Se verrò eletta tali commissioni saranno composte da 6 docenti eletti dal consiglio di Facoltà nella misura due docenti per l'area medica, due per l'area dei servizi e due per l'area chirurgica e da un presidente di mia nomina. La scelta del presidente mi permetterà di essere direttamente responsabile davanti alla Facoltà dell'operato delle commissioni. Il criterio elettivo dei 6 membri garantirà che ciascuna commissione sia rappresentativa della Facoltà nelle varie componenti e garantirà quella multidisciplinarità necessaria per proporre decisioni razionali al Consiglio di Facoltà.
Sotto la mia eventuale presidenza chiederò che prima del Consiglio di Facoltà arrivi a tutti i membri con adeguato anticipo la documentazione scritta del lavoro delle commissioni con esplicitazione su cosa il Consiglio è chiamato a votare. Gli interventi dei singoli docenti saranno graditi via e-mail prima della seduta di Facoltà in modo da dare la possibilità alle commissioni di eventuale modifica delle proposte. Durante la seduta, gli interventi, prima del voto, saranno graditi al fine di migliorare le proposte stesse e arrivare a proposte veramente condivise ottenute attraverso un voto consapevole.

Sono inoltre previste dal regolamento altre eventuali commissioni temporanee. Tra le commissioni temporanee ritengo che sia necessario istituire:a) una commissione di riassetto delle lauree triennali che interagisca e che sia di supporto ai vari presidenti di corsi di laurea e che traghetti il riassetto di questi corsi sui criteri di qualità sui quali si baserà la valutazione ministeriale (nota 1 per approfondimento)
b) una commissione che si occupi della formazione postlaurea con particolare riferimento alle Scuole di Specializzazione (nota 2 per approfondimento)
c) una commissione che curi i rapporti con il territorio (nota 3 per approfondimento)
d) una commissione che curi specificamente il tema delle biobanche (nota 4 per approfondimento)
e) una commissione che curi specificamente i rapporti con la Regione Toscana sul tema delle malattie rare (nota 5 per approfondimento)
f) una commissione che curi specificamente i rapporti con la Regione Toscana sul tema dei bandi di finanziamento (nota 6 per approfondimento).

Per alcune di queste commissioni quali ad esempio quella dei rapporti con il territorio e quella per i rapporti con la Regione Toscana sui bandi di finanziamento si potrebbe ravvisare la necessità di una modifica del Regolamento di Facoltà per la trasformazione in commissioni permanenti. Alcune delle proposte di cui sopra si avvalgono della mia formazione e competenze specifiche ma sono favorevole all’ istituzione di ulteriori commissioni temporanee su problemi specifici suggeriti da colleghi esperti in altre aree e sostenuti dalle Commissioni Permanenti. Ci sarà pertanto bisogno di una partecipazione fattiva da parte di più persone nella composizione di queste commissioni che consentirà la partecipazione di un largo numero docenti che diverranno pertanto parte attiva delle linee di governo.

Alessandra Renieri

Nota 1: Sulle lauree triennali vi è attualmente una grave carenza organizzativa. All’esplosione dell’attivazione di un grande numero di corsi di laurea sta facendo seguito un “rebound” negativo. Diplomi di laurea erogati ad un numero abbastanza consistente di studenti rischiano di essere invalidati perché non si ritrova la documentazione della corrispondenza in crediti degli esami svolti nel vecchio corso di diploma. Alcune laurea a dichiarazione esplicita della stesso Presidente di Corso di Laurea non hanno un numero sufficiente e una sviluppo professionale tale da giustificarne la persistenza. E’ necessaria pertanto una “task force” specifica che interagisca con i presidenti dei Corsi di Laurea e con l’ufficio formazione affinchè la nostra Facoltà esca nuovamente vincente anche su questo fronte e preparata ad affrontare la valutazione ministeriale sulla base della quale verranno distribuite le risorse ministeriali.

Nata 2. Il processo di accorpamento delle Scuole di Specializzazione iniziato nell’anno in corso è stata effettuato con criteri che non sembrano completamente rispondere alla storicità di sede e alla qualità dell’offerta formativa e ha fortemente penalizzato l’ateneo senese che ha visto la perdita di 11 Scuole. Tale processo è probabilmente destinato ad un’ulteriore evoluzione. Ritengo pertanto necessaria l’istituzione di una commissione per la formazione post laurea che includa tra i suoi compiti quello di guidare il processo, anche attraverso la mediazione regionale, di razionalizzazione e accorpamento delle Scuole di Specializzazione e quello di rappresentare adeguatamente presso il Ministero l’offerta formativa senese.

Nota 3. La promozione dell’alta specializzazione del nostro ospedale e la sua identificazione come centro di riferimento regionale e nazionale è compito primario della Facoltà di Medicina. Ritengo che questo sia anche il miglior sistema per garantire ai cittadini di Siena servizi forniti da personale ultraspecializzato ed esperto. Per rafforzare il rapporto tra Facoltà e cittadinanza, propongo di istituire una commissione che abbia il compito di recepire le esigenze dei cittadini espresse attraverso il Comune e la Provincia.

Nota 4. La ricerca in medicina dipenderà sempre di più dalla rapidità dei flussi informativi tra una disciplina e un’altra e dalla possibilità di usufruire di materiale biologico connesso a dettagliate informazioni cliniche aggiornabili longitudinalmente. Teoricamente ogni singolo ospedale può diventare una grande biobanca in cui le informazioni delle cartelle cliniche, i referti delle diagnosi strumentali, inclusa la parte dell’ imaging sono archiviate in maniera collegata a vari tipi di materiale biologico proveniente dagli stessi pazienti. A livello europeo, nazionale e regionale si stanno investendo risorse su questa tematica. La Regione Toscana ha ricevuto circa 1 milione di euro per il 2009 per interventi in materia di biobanche da investire nei sottosettori di biobanche di sangue cordonale, di tessuto muscolo-scheletrico e di biobanche oncologiche. E’ necessario dimostrare in Regione le competenze senesi esistenti su questi sottosettori al fine di convogliare verso Siena una parte adeguata di queste risorse. E’ necessario inoltre rappresentare in Regione le competenze senesi anche su tutti gli altri settori delle biobanche al fine di convogliare altre risorse che saranno messe a disposizione nel prossimo futuro.

Nota 5: le malattie rare sono una tematica trasversale che interessa tutti i settori specialistici in medicina (malattie respiratorie, nefrologiche, dermatologiche ecc). E’ uscito proprio in questi giorni un decreto regionale che rappresenta una “débâcle” per le competenze senesi (con l’unica eccezione della neurologia) (http://www.rtmr.it). Delle 17 strutture di coordinamento 16 sono di area fiorentina o pisana di cui alcune perfino di asl periferiche come Pistoia. Tale panorama contrasta con la notevole attività su questo fronte di molti settori specialistici come si evince dal registro toscano delle malattie rare. Poiché sta per uscire un bando di finanziamento sul tema delle malattie e in generale la sanità italiana farà nel prossimo futuro investimenti finanziari consistenti in questo settore sulla scia della tendenza europea, è necessario fare pressione in Regione affinché le competenze senesi vengano riconosciute e vi sia su questo fronte un adeguato rientro economico che ne permetta a sua volta l’ulteriore sviluppo assistenziale e di ricerca.

Nota 6. La Regione Toscana si accinge ad affrontare un compito che non sa organizzare per cultura pregressa: quello del coordinamento e distribuzione dei finanziamenti. La settimana scorsa, in data 22 aprile, la Regione ha convocato un incontro informativo sul Bando di Sanità Pubblica della Commissione Europea, il cui bando 2009 scade il 20 maggio. Vi è stata una forte reazione di protesta da parte di tutte le persone presenti, che hanno immediatamente abbandonato l’aula, perché si trattava di mettere in piedi network internazionali con una scadenza così ravvicinata che impediva di fatto la presentazione di qualsiasi proposta progettuale: molti gruppi a Siena, come del resto Firenze e Pisa, hanno perso pertanto un’occasione di finanziamento. Questo è solo un esempio che sottolinea l’importanza di una commissione, che agisca come un ufficio grant che si informi anticipatamente sulla scadenza dei bandi e che tenga i rapporti con la Regione nella trattative di presentazione. In genere, in questi bandi, si possono presentare un numero limitato di progetti ed è necessario convincere la Regione che l’eventuale proposta senese ha maggiore consistenza e probabilità di successo di quella presentata da altri.

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Messaggio inoltrato
Da: "Prof. Giuseppe Battista" <battista@unisi.it>Data: Fri, 24 Apr 2009 15:14:13 +0200A: "Prof. Giuseppe Gotti" <gotti@unisi.it>, "Prof. Nicola Nante" <nante@unisi.it>, Alessandra Renieri <renieri@unisi.it>, <daniello@unisi.it>, <rossiale@unisi.it>Cc: <info-docenti@unisi.it>

Cari colleghi,

Vi ringrazio dell'invio dei programmi di lavoro che accompagnano le Vostre candidature.Le Vostre indiscusse qualità, scientifiche ed umane, pongono tutti i colleghi, me compreso, in serie difficoltà di scelta.
Mi permetto però di farvi osservare che una buona parte dell'elettorato attivo gradirebbe una maggiore chiarezza sui due punti più "scabrosi":

1) riequilibrio progressivo delle risorse di personale (ospedaliero e universitario) e degli spazi-lavoro;
2) partecipazione esplicita alla formazione delle decisioni di facoltà e ai rapporti con l'esterno garantita alle varie "aree" di interesse (area medica, chirurgica, delle classi dei servizi) attraverso ipotesi di "Giunta" o di "gruppi di lavoro", permanenti.

Tale partecipazione deve essere mirata a ristabilire organicità, efficacia e compattezza al nostro lavoro e ai nostri interventi.

Cordialmente,

Prof. Giuseppe Battista
Programma

3 aprile 2009


Nella lettera di presentazione della mia candidatura ho esposto gli obbiettivi generali che secondo me sarebbe necessario raggiungere: ricostruzione del senso della comunità accademica, potenziamento dell’attività didattica, attenzione all’attività assistenziale, valorizzazione del merito. Ho poi avuto modo di incontrarmi personalmente con la maggior parte di voi e per questa esperienza, che giudico preziosissima, vorrei esprimervi tutta la mia gratitudine. Dalle mie idee e da questi colloqui nasce il programma di seguito riportato. Il fine ultimo è quello di migliorare sia la sostanza che l’immagine (nella comunità cittadina, in Italia e all’estero) della Facoltà di Medicina di Siena, attraverso il miglioramento del prodotto finito (medico e professioni sanitarie) e attraverso la riappropriazione di un ruolo attivo nelle scelte sanitarie.

Qualsiasi programma, indipendentemente dalla valenza specifica del contenuto, necessita di garanzie di applicazione. E’ accaduto a volte che a livello di programma molti candidati dichiarino un’infinità di buoni propositi, spesso inseriti in programmi molto complessi e articolati, salvo poi non vederli realizzati. La mia intenzione è invece quella di presentare un programma più semplice e chiaro possibile, sul quale sia facile chiedermi conto e per il quale io possa interpretare ogni voto che riceverò come la volontà di aiutarmi a realizzarlo. Forse la garanzia maggiore di applicazione del programma è quello di poter essere un Preside libero da qualsiasi condizionamento ma aperto al contributo di tutti.

Secondo me il prossimo Preside dovrebbe modernizzare e rendere competitiva la nostra Facoltà. La mia attività come Preside sarà pertanto quella di incentivare le competenze di tutti i membri della nostra Facoltà e mettere tutti i docenti nelle condizioni più favorevoli per garantire il raggiungimento di risultati che pongano la nostra Facoltà nelle migliori condizioni per competere con le altre sedi toscane e italiane. E’ ormai chiaro che l’allocazione di fondi, l’attribuzione di specifici compiti e la stessa sopravvivenza di molte Facoltà Mediche italiane, dipenderanno sempre di più dal raggiungimento di specifici e ben definiti obiettivi scientifici, didattici ed assistenziali.

In questo contesto, sarà quindi più che mai necessario valorizzare le singole professionalità e talenti ed organizzare le attività scientifiche, didattiche ed assistenziali in modo da produrre risultati quantificabili e spendibili. E’ normale che tra i 312 membri della nostra Facoltà siano presenti persone con interessi, competenze e talenti diversificati. Sono però profondamente convinta che per aumentare le nostre possibilità di sopravvivenza e sviluppo ci sia bisogno di tutti.

Il compito del Preside non dovrebbe essere limitato a premiare e incentivare quei singoli docenti che si distinguono rispetto ad altri colleghi della nostra Facoltà. A questo punto è giunto il momento di spostare la competizione dall’interno (tra un docente e l’altro o tra un dipartimento e l’altro) e fare squadra per affrontare la competizione della nostra Facoltà con altri Atenei a noi più o meno vicini. In questo modo gli incentivi Ministeriali, Regionali e Comunitari arriveranno alla Facoltà (e sarà ovviamente nostro compito adoperarsi perché siano scelti criteri di valutazione che ci rendano adeguato merito) e verranno distribuiti proporzionalmente a chi più ha contributo in termini di risultati per farli arrivare.

Abbiamo bisogno di incrementare l’impact factor della nostra Facoltà, abbiamo bisogno di aumentare e valorizzare le attività cliniche di eccellenza e abbiamo bisogno di garantire un’attività didattica che non sia seconda a nessun altra università italiana. Il mio compito come Preside sarà quello di istituire specifiche commissioni e dare la massima priorità alla valorizzazione delle nostre competenze nelle aree di cui sopra. Se sarò eletta, non ci sarà mai una riunione di Facoltà in cui non faremo il punto sulle attività di cui sopra e in cui non valuteremo i migliori metodi per mettere più persone possibili in grado di contribuirvi al meglio. Dobbiamo prepararci ad affrontare un futuro dove queste attività verranno misurate con metodi chiari e quantificabili e dove il successo o l’insuccesso dei nostri colleghi intaccherà direttamente gli interessi di tutta la Facoltà, e quindi anche i nostri. Per questo motivo ribadisco quanto sia indispensabile lavorare insieme. Tutti i docenti dovranno essere messi in condizione di dare il massimo del contributo possibile nella ricerca, nella didattica, e nell’assistenza. Coloro che dimostreranno il maggiore impegno e otterranno i migliori risultati verranno adeguatamente ricompensati.

In questo momento di cambiamento di “governance” universitaria e di modifica dei rapporti università-sanità è quanto mai importante il ruolo del Preside nel garantire il rispetto e la trasparenza delle regole. Le regole proposte devono essere divulgate preventivamente e poi discusse e condivise in Facoltà. Una volta condivise devono essere applicate senza eccezioni di nessun tipo. Questo è un meccanismo che metterà tutti in condizione di dare il meglio di sé, ancora una volta tenendo presente che la competizione futura non sarà tra noi ma sarà tra la nostra Facoltà e il nostro centro medico e le altre analoghe strutture italiane.

Sarà necessario utilizzare qualsiasi mezzo a disposizione per diffondere la cultura della informazione: da un rinnovato sito web di Facoltà, a brevi interventi sull’attività dei singoli durante le sedute, a libretti divulgativi con la descrizione dell’attività dei singoli docenti o altro che valorizzi il faticoso lavoro che la maggior parte dei 312 docenti fa quotidianamente. Dalla divulgazione dell’informazione su “chi fa che cosa” nasce non solo l’auspicato spirito di appartenenza a una comunità, ma anche la ricaduta pratica di aggregazione per programmi didattici, sottomissione di progetti di ricerca, idee innovative per percorsi diagnostico-assitenziali.

In questo contesto, dovrà essere incoraggiata e sistematizzata un’azione propositiva e proattiva nei confronti della AOUS, non solo per la stesura di percorsi diagnostico assistenziali, o per la stesura del Piano Attuativo Ospedaliero, ma anche sostenendo in qualsiasi modo quei processi che dimostrino nei fatti il valore aggiunto della collaborazione degli universitari con il Direttore Generale nella conduzione della cosa sanitaria. Sarà necessario mostrare un atteggiamento di apertura e collaborazione con i reparti esclusivamente ospedalieri, per fare in modo che la nostra struttura assistenziale nel suo complesso rafforzi l’attrazione regionale e nazionale e garantisca un trattamento di eccellenza alla comunità senese. Ancora una volta la competizione deve essere spostata dall’interno dell’azienda ospedaliera verso l’esterno con le altre aziende ospedaliere toscane e italiane.

Ritengo che la funzione didattica costituisca una missione primaria per l’Università e mi adopererò, a livello nazionale, affinché questo venga sempre riconosciuto e affinché si stabiliscano sistemi di quantificazione dei risultati con valutazione nazionale della preparazione degli studenti e conferimento di incentivi alle Facoltà che ottengano i punteggi maggiori sulla qualità e non solo sul numero degli studenti. Ci adopereremo anche a livello internazionale per valutare la possibilità di collaborazioni e curricula che consentano il conferimento di Lauree valide anche al di fuori dell’Unione Europea (ad es. doppio titolo Italia-USA).

Sarà istituito un ufficio stampa della presidenza presieduto da un docente selezionato con i criteri sopra descritti che garantisca e favorisca la diffusione e la valorizzazione delle attività dei docenti ma che allo stesso tempo garantisca la serietà e la congruenza scientifica delle informazioni.

Credo che il ruolo del Preside, ora più che mai, necessiti di un impegno a tempo pieno per la durata del mandato e di un forte team di governo. Il team di governo deve essere scelto in base alle competenze specifiche (didattica, assistenza, ricerca), la motivazione che induce ad accettare l’incarico e lo spirito di servizio.

Come Preside, sarò responsabile, di fronte alla Facoltà tutta, dell’operato del mio team che sceglierò secondo i principi di cui sopra e secondo un criterio che garantisca la massima rappresentatività. Sono consapevole dei miei limiti e cercherò di circondarmi di persone che possano compensarli. La mia porta sarà sempre aperta e terrò nella massima considerazione i consigli di tutti, dagli ordinari più esperti ai giovani più entusiasti e non ancora disillusi. La mia speranza è di avere una Facoltà compatta, in cui ognuno sia orgoglioso e felice per i successi dei colleghi che come lui finiscono per dedicare la maggior parte della loro vita alla nostra missione. Mi rendo conto di quanto questo sia difficile ma non per questo voglio rinunciarci. So bene di non poter sempre accontentare tutti ma farò del mio meglio per essere giusta e per non sbagliare e non prenderò mai una decisione senza fornire adeguate spiegazioni.


Spero che vorrete lavorare con me per rinnovare la nostra Facoltà.

Alessandra
Siena 25 marzo 2009

Durante questi ultimi due mesi ho incontrato 163 colleghi. Devo dire che questa è stata la parte più stimolante e interessante della mia candidatura. Ho avuto modo di conoscere persone mai incontrate e ho avuto modo di parlare di scelte strategiche con persone che conoscevo ma con le quali avrei di norma parlato solo di un paziente o di un articolo scientifico. In generale ho trovato tanti buoni professionisti, tanti buoni docenti e tanti buoni ricercatori con tanta voglia di “rinascita”. Qui di seguito ho appuntato alcuni passaggi che mi hanno più colpito durante i colloqui.


Sul senso di comunità accademica

Vorrei un preside che parli con la gente cioè che sia più disponibile a incontri diretti con i docenti. Il Preside dovrebbe lavorare con un team di docenti (la giunta di Facoltà) che dovrebbe essere formato da persone competenti e da volti nuovi. Vorrei anche trovare soluzioni per coinvolgere nello spirito accademico il personale tecnico amministrativo.

I consigli di Facoltà non dovrebbero ratificare cose già decise. Vorrei essere informato meglio prima di votare per fare scelte consapevoli. I Consigli dovrebbero avere una puntualità di inizio e vi dovrebbe essere un regolamento con ricadute sostanziali nel caso di assenteismo.

Le chiamate dovrebbero essere un’occasione per presentarsi e per illustrare la propria attività. Anche i ricercatori dovrebbero presentarsi. Questo intensificherebbe anche la collaborazione scientifica interna.

Qualsiasi “cultura” si basa sulla condivisione e sul dialogo. Vorrei maggiore collaborazione tra colleghi. Mezz’ora prima della facoltà potremmo istituire un “circolo culturale” con presentazione dell’attività annuale (di didattica, di ricerca o di assistenza). Informare sull’attività è fondamentale per creare collaborazioni tra i gruppi.

Vorrei maggior rispetto delle regole, spesso ignorate o adattate alle necessità dei singoli. Vorrei una riforma del linguaggio che dovrebbe essere più chiaro, pratico e diretto. Il linguaggio più è criptato e più è finalizzato a coprire iniziative. Va recuperato un clima di fiducia e di stimolo al lavoro, di speranza e collaborazione.

Vorrei che gli spazi web fossero meglio utilizzati. Vorrei che fosse fatto circolare un report annuale dell’attività dei singoli docenti.


Sulla didattica

I corsi delle lauree triennali sono gestiti troppo a livello aziendale. Per la maggioranza dei corsi di laurea triennale mancano i testi di riferimento.

Vorrei iniziative di innovazione nella didattica. Un’iniziativa potrebbe essere quella di sdoppiare il corso di laurea e farne uno tradizionale e uno sul modello innovativo di Maastricht. Vorrei che si promuovessero accordi con università estere (es. americane in cui il titolo non è automaticamente riconosciuto) attraverso i quali si possa istituire un numero limitato di posti (es. 10 posti) con doppia laurea.

E’ necessario domandarsi se il prodotto finito (medici e altre figure professionali) e il percorso formativo risponde alle esigenze della Regione Toscana. Questo è ancora più vero per alcune specialistiche come la pediatria e la medicina interna che sono più legate al territorio. A fronte del moltiplicarsi di agenzie di formazione (USL, AOUS, Regione…), l’Università deve mantenere il suo posto leader nella formazione. E’ utile potenziare il collegamento con le varie università Toscane. La didattica deve essere più flessibile e formativa.

Vorrei dei corsi di formazione per i docenti perché non basta essere un bravo ricercatore per essere un bravo docente. Vorrei maggiore attenzione all’orientamento degli studenti. Se la frequenza degli studenti deve essere monitorizzata, sarebbe molto utile fornire gli studenti di un badge. Vorrei che fosse istituito un badge anche per i docenti non convenzionati come me, che testimoni la mia attività.

E’ necessario un cambiamento della valutazione della didattica ed è necessario collegare la valutazione alle ricadute, dall’assegnazione di ruoli all’inserimento nel comitato didattica ecc. I questionari anonimi di studenti sono il modo ottimale di valutazione? Un altro modo potrebbe essere quello di valutare la preparazione degli studenti attraverso dei test validati a livello internazionale. Il risultato della valutazione della didattica dovrebbe far parte del CV del docente sull’esempio di altri atenei europei. La valutazione della Facoltà dovrebbe essere fatta sulla base della qualità dello studente.

Vorrei maggiore trasparenza su come si programma la didattica. Vorrei evitare la troppa frammentazione di un settore scientifico disciplinare nell’ambito di uno stesso corso. Nei corsi integrati di discipline ampie sarebbe necessario un singolo docente che abbia il carico maggiore e alcuni corsi satelliti per eventuali argomenti specifici. Il coordinatore può valutare nella globalità se lo studente ha ricevuto una formazione idonea.

E’ auspicabile potenziare il ruolo dei coordinatori dei corsi integrati (soprattutto per le lauree triennali). Vorrei evitare la didattica “a briglia sciolta”.

Sono necessarie riunioni dei coordinatori dei corsi con tutti i docenti e con il coordinatore del corso di laurea.Sono necessarie scelte strategiche sui corsi di laurea. Sarebbe utile non acconsentire a qualsiasi iniziativa ma puntare sulla qualità dei corsi di Laurea.

Le supplenze in altre Facoltà non dovrebbero essere prolungate.

Nelle sedute del Consiglio di Facoltà non si parla quasi mai di didattica. Manca un coordinamento efficace delle lauree triennali. E’ necessario un coordinamento dei comitati della didattica. E’ auspicabile rendere agibile e aggiornato il sito web della Facoltà. La segreteria studenti deve essere organizzata meglio.


Sull’attività assistenziale

E’ importante il ruolo della Facoltà nella programmazione assistenziale. Dobbiamo saldare la rottura che si è venuta a creare tra Facoltà e Azienda. E’ importante valorizzare le professionalità ospedaliere (con spazio nei convegni ecc). La Facoltà può diventare autorevole se partecipa in maniera consapevole alle scelte assistenziali.

Come docenti non convenzionati (discipline di base) non possiamo partecipare attivamente alla discussioni su argomenti di assistenza e non possiamo contribuire con un voto consapevole. Sarebbe opportuno discutere le questioni assistenziali alla fine delle sedute dei consigli di Facoltà in una sessione separata.

L’attività assistenziale ha ricadute naturali sulla ricerca e sulla didattica. Di conseguenza la ricerca e la didattica dovrebbero guidare le scelte assistenziali. E’ necessario tuttavia “togliere un pò di prosopopea” dal nostro atteggiamento universitario: il nostro obbiettivo dovrebbe essere il paziente. Vorrei che vi fosse maggiore consapevolezza sulle criticità assistenziali.

E’ necessario risolvere il problema dell’autoreferenzialità attraverso un sistema di valutazione della qualità dell’assistenza. Sarebbe utile applicare i questionari di soddisfazione dell’utenza non solo relativi all’attività assistenziale nel suo complesso ma anche relativi alle singole figure professionali (infermiere o medico) fino al singolo professionista. La valutazione dovrebbe essere fatta non solo sulla qualità dell’assistenza ma anche sulla quantità/risorse. Un altro sistema di valutazione della qualità dell’assistenza, che potrebbe affiancare quello attraverso l’utente, è quello attraverso le unità del dipartimento dei servizi (es. il patologo potrebbe valutare l’appropriatezza delle richieste delle autopsie ecc).

E’ auspicabile favorire la formazione dei professionisti di ruolo fuori Siena o fuori Italia. Incoraggiare l’attività di ricerca anche di chi non è universitario. Valutare la necessità di scelte strategiche relative alla chiamata di docenti o di professionisti da fuori per potenziare alcune attività.

Gli argomenti che vengono portati in discussione nell’Organo di Indirizzo (Assessore Regionale, Preside, Direttore Regionale Diritto Salute con partecipazione del Direttore Generale, Rettore, vicepresidenti del Consiglio dei Sanitari ecc) o nel Collegio di Direzione (Direttore Sanitario, Direttori DAI, vicepresidenti del Consiglio dei Sanitari ecc) dovrebbero essere prima discussi e condivisi in Facoltà.

Vorrei che fossero distribuiti meglio i carichi lavoro. Come universitario mi sento sopraffatto dall’assistenza e non ho tempo per curare adeguatamente ricerca e didattica. E’ necessario risolvere questo problema migliorando i processi organizzativi e tenendo conto in maniera trasparente di questo parametro per l’arruolamento coordinato universitario e aziendale.

E’ necessario passare da una visione di medicina strettamente accademica (reparti organizzati solo sui bisogni culturali dello staff) ad una visione di medicina sociale. E’ necessario “governare con” il Direttore Generale non “contrapporsi al” Direttore Generale dimostrando nell’evidenza dei fatti che vi è vantaggio anche per l’Azienda se la Facoltà di Medicina diventa proattiva e propositiva per le scelte aziendali.

Il nostro interlocutore sarà sempre di più la Regione come ente finanziatore sia di assistenza che di ricerca, che di didattica. E’ necessario cercare di avere un peso politico con gli altri due atenei toscani e cercare un coordinamento con loro.


Sulla valorizzazione del merito

Vorrei che fosse introdotta una valutazione dei finanziamenti “ex post”. Chi ha usufruito di finanziamenti dovrebbe avere l’obbligo di rendicontare alla Facoltà come li ha utilizzati e i risultati scientifici ottenuti.

Vorrei trasparenza sull’assegnazione degli assegni di ricerca distribuiti dalla Facoltà.

Vorrei poter garantire agli studenti migliori la possibilità di svolgere un ruolo attivo nell’università: valutazione del curriculum per assegnazione di borse brevi di introduzione alla carriera accademica.

In Facoltà non si parla mai di ricerca. In Medicina, a differenza delle altre Facoltà, la ricerca non può essere isolata nei Dipartimenti ma vive della complementarietà tra gli stessi. E’ auspicabile pertanto un maggior coordinamento con i direttori di dipartimento. Vorrei che il Preside avesse un ruolo anche nell’aggregazione dei dipartimenti. Vorrei evitare che l’aggregazione fosse lasciata a se stessa provocando frammentazione e incongruità.

C’è bisogno di promuovere la metodologia della ricerca. Si potrebbero organizzare delle infrastrutture comuni per la ricerca: database, servizio statistico, servizio informatico ecc.

Andiamo a vedere chi fa che cosa. E’ necessario divulgare l’attività di ricerca, l’attività di didattica e l’attività di assistenza. Dovrebbe essere premiata non solo la qualità assoluta dell’attività ma anche il trend annuale, considerando i mezzi che ciascuna struttura ha. Lo scopo finale è quello di far cresce la Facoltà (cioè l’insieme dei singoli docenti).

Se vengono fatte delle graduatorie sulla base di criteri condivisi queste devono essere rese pubbliche e devono avere ricadute sulla programmazione. In questo caso i ruoli dovrebbero essere assegnati sulla base di queste e non invocando scelte strategiche confezionate a posteriori.

Credo sia necessario creare la cultura della valutazione. La Facoltà di Medicina ad es. ha consegnato una percentuale di questionari di valutazione degli studenti più bassa rispetto alle altre Facoltà. Il Ministero farà le assegnazioni in base alla valutazione dell’ateneo ed è necessario che questa cultura della valutazione venga condivisa.

Vorrei maggiore trasparenza (con l’introduzione di regole a priori) e valorizzazione del merito nell’attribuzione di qualsiasi attività: dalla istituzione di un dottorato di ricerca alla assegnazione di ruoli o all’assegnazione di funzioni direzionali assistenziali.

Vorrei che fosse istituito un ufficio di relazione con i media della Facoltà che si occupi della corretta divulgazione delle novità scientifiche o didattiche o assistenziali in modo da evitarne la distorsione.
Siena 13 gennaio 2009

Carissimi,

con queste poche righe vorrei comunicarvi la mia disponibilità per la elezione a Preside. Chi sono. Vengo da una famiglia di tradizioni non universitarie. Prima di morire precocemente, mio padre aveva messo su nel dopoguerra un negozio di alimentari e mia madre aveva un negozio di merceria. Sono stata assunta come ricercatore nel 1998 dopo essere stata dirigente medico di 1 livello presso la AOUS. Nel 2000 ho vinto un concorso a Genova come professore associato, nel 2006 un concorso a Chieti come professore ordinario e sono stata chiamata da questa Facoltà come PO di Genetica Medica a ottobre del 2007. Di seguito alcuni punti programmatici che vorrei sviluppare insieme a voi.

Ricostruzione del senso di comunità accademica. Durante le sedute del Consiglio di Facoltà vedo tante "singole" eccellenze e tantissimi bravi docenti, ricercatori e professionisti. Nella salvaguardia delle singole individualità intendo potenziare il senso di appartenenza alla comunità accademica e le sinergie nella Facoltà e nei suoi organi, tramite la collaborazione reciproca, l‘apertura di maggiori canali di comunicazione, e il ripristino del potere decisionale al Consiglio di Facoltà.

Potenziamento della qualità della didattica. Credo che il nostro futuro come professionisti delle varie discipline e il futuro della medicina in generale dipenda dall’investimento che faremo per formare i nostri studenti. In questo momento di difficile situazione economica che avrà come ricaduta a breve termine un calo degli iscritti, intendo potenziare la qualità della didattica in modo che questa diventi elemento di attrazione del nostro Ateneo.

Attenzione all’attività assistenziale. Il 75% (234 su 312) dei colleghi ha un impegno assistenziale con la AOUS. Intendo costruire un senso di appartenenza all'azienda ospedaliera universitaria senese, aumentando la collaborazione tra i dipendenti della AOUS e gli universitari convenzionati, e rendendo il ruolo del Consiglio di Facoltà attivo e propositivo nei rispetti degli atti aziendali.

Valorizzazione del merito. I meriti di ricerca e la qualità della didattica e della assistenza passano per lo più inosservati o distortamente divulgati dai mass-media, e frequentemente non vi è nessuna relazione tra merito e azione programmatica della Facoltà. Intendo accentuare il legame tra l’attribuzione di ruoli e il merito e la qualità.

Tutti i punti sopra menzionati sono parte di un programma più esteso e più dettagliato per la cui stesura definitiva sono lieta di accogliere le vostre proposte, consigli e stimoli. Per chi preferisce il colloquio diretto sono a disposizione tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 18 in poi nel mio studio al 1° piano del 3° lotto delle Scotte. Il mio indirizzo e-mail è: renieri@unisi.it. Fornisco anche il mio contatto Skype “Alessandra Renieri” (skype name: genesiena) per mettersi in contatto in videoconferenza.

Alessandra

Alessandra Renieri M.D., Ph.D.
Full Professor of Medical Genetics
Director of Medical Genetics Unit
University of Siena
Policlinico Le Scotte
viale Bracci 2
53100 Siena, Italy
E.mail: renieri@unisi.it